In ricordo di Gianni Minà
“Hasta Siempre”: è questa la prima cosa che ho pensato quando, poche ore fa, ho appresa la notizia della scomparsa di un gigante quale Gianni Minà. Minà ci lascia ad 85 anni, dopo una breve malattia cardiaca.
Una carriera da giornalista da giornalista, ma non la sola visto che fu anche un ottimo scrittore, che si può racchiudere nell'aggettivo popolare. Non a caso Gianni Minà è stato un vero e proprio simbolo per coloro che, come noi della redazione di TuttoStPauli, prova a leggere ed interpretare il mondo dello sport anche sotto altri punti di vista anche molto distanti, in primis quello politico.
La carriera di Minà è stata costellata da una serie di interviste che resteranno nella storia per la loro importanza e la loro compiutezza. Celebre è soprattutto la prima, tra quelle avute, con Fidel Castro nel 1987.
Ma anche le aperture che ebbe da Diego Armando Maradona, nel 2001, durante un documentario sulla figura del Pibe de Oro, restano una vera goduria che solo noi appassionati di sport e politica possiamo capire. Maradona, grazie a quell'intuizione geniale del compianto giornalista, ci descrive in maniera chiara e limpida uno degli anni più duri e brutti che ha dovuto affrontare nella sua vita.
Da quelle testimonianze verrà fuori un vero e proprio reportage-confessione dal titolo “Maradona: non sarò mai un uomo comune”.
Fondamentale la figura di Minà lo è stata anche per la conoscenza del continente latino-americano. Sono infatti sue alcune delle opere che meglio descrivono questo enorme continente.
Il lavoro di Minà fu talmente importante che alcuni lo paragonarono alla celebre figura dello scrittore colombiano Gabriel Garcia Marquez. Se però Marquez ci ammalia con i suoi personaggi misteriosi ed i contorni esotici dei suoi libri, Minà è molto più diretto nel descriverci la cruda realtà di una regione che mostra mille e passa contraddizioni.
Un mondo, quella latino-americano, in cui però stavano sorgendo alcune delle esperienze socialiste più durature degli ultimi decenni: da quella cubana di Castro fino alla brasiliana di Lula passando per la venezuelana di Chavez. Tutti personaggi storici della seconda metà del XX secolo che Gianni Minà ha avuto il piacere di intervistare e la bontà di farci scoprire.
Un'idea di socialismo che poteva essere ben visto anche in quell'Occidente capitalista così chiuso ad ogni sua possibile alterazione. Proprio come accade per noi di TuttoStPauli, che stiamo cercando di trasmettere ovunque sia possibile un modello di calcio bello e sostenibile come quello dei pirati di Amburgo, anche Minà ha reso un confronto tra due mondi così distanti più umano e democratico.
Non a caso, il fato, ha voluto che ci salutasse proprio nel giorno in cui, ben 55 anni fa, scompariva un certo Jurij Gagarin. Egli, per chi non lo sapesse, è stato il primo astronauta russo, ma la provenienza conta poco vista la portata storica dell'evento, che riuscì a compiere un viaggio nello spazio.
Era il 12 aprile 1961. Un'altra era fa dal punto di vista storico.
Adesso le due figure magari si rincontreranno e chissà magari organizzeranno una di quelle interviste che solo Minà sapeva fare...
Ciao Gianni