Cosa ci lascia la trasferta di Lipsia?

Eccoci nel day-after, dopo una sconfitta probabilmente immeritata ma che rispecchia la legge del più forte e dopo una trasferta segnata da un grave lutto nel mondo del tifo pirata. Ieri infatti anzichè parlare della partita ci siamo limitati a dare la notizia del decesso di un tifoso del St Pauli, uno della vecchia guardia che nei lontani anni '80 aveva fondato il gruppo Veteranen.

Tornando alla gara di ieri, possiamo dire che ci sono sconfitte che fanno male ed altre meno. Quella di Lipsia la possiamo categorizzare insieme a quella, a domicilio, con il Francoforte: una partita gagliarda, buone occasioni ma alla fine l'esperienza degli avversari riesce ad emergere nel sapere conquistare i tre punti anche senza giocare meglio. Ci sta, fa parte del percorso di crescita di questa squadra che, nonostante lo stop contro le lattine, occupa ancora una posizione di tutto rispetto in classifica.

Un gol clamorosamente sbagliato sullo 0-0, una traversa clamorosa nella ripresa, altre occasioni non concretizzare: il St Pauli ha tanti motivi per recriminare mentre il Lipsia praticamente nelle uniche due volte in cui è sceso dalle parti di Vasilj ha fatto gol. Succede quando ancora si deve fare esperienza e quando l'infermeria è piena.

Van der Heyden è stato già schierato titolare sinistra nonostante sia al St Pauli davvero da poche settimane per spostare a destra Treu, data l'indisponibilità di Saliakas: davvero difficile sperimentare questi cambiamenti in partite così impegnative ma questo è quello che passava il convento. In attacco Boukhalfa ha sostituito Guilavogui mentre a centrocampo Sands ha preso in mano il gioco: tutto sommato i nuovi arrivi stanno incidendo in maniera positiva sul gioco dei ragazzi di Blessin.

Poi ci sta anche perdere. In questo avvio di 2025 l'unica vera partita (e sconfitta) da matita rossa è stata quella di Bochum: per il resto abbiamo visto un St Pauli vivo e in costante crescita. Quindi avanti, con fiducia, ma sempre avanti!.