Reggio Calabria, dalle ceneri della Viola è nata la pallacanestro popolare
In una recente “scorribanda” a Reggio Calabria, dove mi sono recato per visitare i miei genitori, ho avuto modo di rivedere un “vecchio” (in realtà è giovanissimo, lui!) amico di stadio – anzi in questo caso dovrei dire di palazzetto – con cui per anni ho condiviso la passione per la Viola Reggio Calabria, società di pallacanestro nel cui settore giovanile ho anche avuto l’onore di militare da ragazzo.
Dinanzi ad un paio di guinness consumate al TuyoClub, accogliente circolo di padel sito in località Pellaro sul litorale ionico della città, Daniele Cartisano ha ripercorso con me alcune tappe della nostra comune passione e mi ha parlato di un interessante progetto di “sport popolare” che sta portando avanti insieme ad altri giovani.
Daniele, cosa significa per te la pallacanestro e, più in generale, lo sport?
La pallacanestro (e più in generale lo sport) per noi è aggregazione, divertimento, socialità.
Quando dici “noi” a chi alludi?
Al Total Kaos 1990, un gruppo ultras di cui faccio parte e che è nato per seguire e sostenere la “Viola Reggio Calabria”.
La “Viola Reggio Calabria” però non esiste più, cosa ne è invece del “Total Kaos 1990”?
Già, triste a dirsi, ma devo convenire con te…la “Viola” non esiste più. Correva l’anno 2018 quando ne è stata definitivamente decretata la morte sportiva. In seguito, svariati soggetti hanno provato ad intestarsi la titolarità di una “nuova” Viola. Con questo nome una società attualmente compete nel campionato nazionale di serie B, ma noi non la riconosciamo come “nostra”.
È per questo che avete deciso di fondare una “vostra” squadra?
Certo. La Reghion 730 A.C., così si chiama, nasce proprio nel 2018 dall’esigenza di andare oltre le logiche attuali del mondo della pallacanestro reggina. Volevamo ritagliarci un nostro spazio che ci consentisse di mettere in campo passione e impegno senza correre il rischio di ritrovarci nuovamente a combattere contro dei lestofanti capaci di condannare la Viola a due fallimenti e una penalizzazione di 34 punti. Sicché abbiamo sposato un progetto di basket popolare, anche perché abbiamo dovuto amaramente constatare il lassismo di gran parte dei “tifosi” della cosiddetta “Reggio bene” che si è schierata con i lestofanti che mantenevano il “giocattolo” anziché chiedere e pretendere serietà e giustizia. Di fronte ad uno scenario del genere, non c’è rimasto che farci da parte in quanto spossati da continue illusioni e delusioni.
Reghion 730 A.C., perché questo nome?
Il nome fa chiaro riferimento alle origini magnogreche della città, e il simbolo utilizzato raffigura il Dioscuro oggi conservato all’interno del Museo della Magna Grecia di Reggio Calabria ma che in passato adornava il frontone del Tempio di Marasà nei pressi di Locri.
Il Total Kaos 1990 che fine ha fatto?
Il Total Kaos gestisce la squadra, anzi è squadra ed al contempo anche tifoseria. La squadra è completamente autogestita e alcuni di noi sono anche giocatori. In tre anni di attività (uno è andato inevitabilmente perso per colpa del covid), la squadra degli ultrà ha partecipato a due tornei CSI (uno vinto e l’altro interrotto) e nei giorni scorsi ha concluso al 4° posto il suo primo torneo federale nel campionato di Promozione Maschile.
Cos’è per voi lo sport popolare?
Il popolo al centro del progetto. Vogliamo che il tifoso sia parte della società giacché la sostiene economicamente e la incita durante le partite. Popolare è stata anche la scelta del nome della squadra che, al contrario di altre realtà, non prende il nome dal gruppo ma dalla Città, a ulteriore riprova che questa squadra non è di qualcuno ma è di Reggio Calabria e dei suoi sostenitori.
Nel creare la Reghion vi siete ispirati a qualche modello?
La nostra idea di pallacanestro popolare prende sicuramente ispirazione da realtà più blasonate, come il St.Pauli, il Centro Storico Lebowski o quella dei nostri fratelli fortitudini dell’Hic Sunt Leones; ma il gruppo che sicuramente ci ha più ispirato specialmente agli inizi è quello degli amici dell’Ideale Bari. La nostra piccola realtà è ancora troppo acerba per essere paragonata a società che già portano avanti da diversi anni lo sport popolare. Non abbiamo una struttura societaria vera e propria; siamo noi tifosi che nel tempo libero ci occupiamo un po’ di tutto dalle scenografie ai comunicati alla gestione burocratica e tecnica della squadra.
Tornando alla pallacanestro professionistica, considerate definitivamente chiusa l’esperienza con la Viola Reggio Calabria?
È certamente difficile rispondere. Il Total Kaos nasce come gruppo ultras della Viola e ovviamente noi speriamo che ci possa essere un nuovo futuro, ma al momento non sembrano esserci spiragli di rinascita o di riavvicinamento perché mancano le basi di un progetto popolare e condiviso con la Città. Dovessero esserci queste condizioni, saremo molto lieti di tornare al palazzetto, portandoci dietro il nostro bagaglio di basket popolare.