Sport femminile: Elisabetta Vignotto
Oggi vi raccontiamo una storia bella, quella di Elisabetta Vignotto. Ecco, pariamo dal nome: magari solo pochi di voi conosceranno Elisabetta e i suoi trionfi sportivi, e questo è purtroppo normale, considerando il modus operandi dei mass media nella copertura del cosiddetto sport di massa o commerciale.
Elisabetta chiamata da tutti Betty è di San Doná del Piave (1954): cresce giocando a pallone con i "maschietti" per strada e senza problemi, cosa quasi impossibile al giorno d'oggi dove abbiamo uno sport professionale ed altamente competitivo. Per l´amor di Dio che non sia mai che si giochi a pallone per strada, negli oratori o nei centri sportivi come facevamo una volta.
Nei tempi in cui Betty calzava gli scarpini il calcio femminile in Italia era gestito diversamente da oggi, grazie a una Federazione autonoma rispetto a quella maschile, la quale si sciolse solo nel 1986, quando fu accorpata alla FIGC. “Da allora, la nostra competitività a livello internazionale si è notevolmente ridotta, con le altre federazioni che hanno investito e si sono evolute mentre da noi i fondi a disposizione sono sempre rimasti minimi”. Pensare che, da quanto ci dice Betty, una nazione ora fortissima come la Germania era alla nostra portata a quei tempi mentre oggi quando si sfidano le tedesche si rischia di contare le reti subite con un pallottoliere.
Elisabetta Vignotto ce la ricordiamo negli anni '80, ovvero la bellezza di 40 anni fa, quando batteva spesso la Germania, insieme ad una giovanissima Carolina Morace. In quel periodo l´Italia aveva una tra le migliori e più forti nazionali al Mondo di calcio femminile, anche perché avevamo alla base di tutto lo sport che nasceva dal basso per poi essere sviluppato professionalmente.
Betty secondo noi rappresenta la base dello sport calcistico femminile: da buona veneta non se ne è mai vantata, si è divertita ha lavorato ed anche vinto tantissimo. Ha raccolto in carriera addirittura 5 scudetti di cui uno con la Juventus nel 1971: più avanti però la Juve invece di cooperare con la storica associazione bianconera di Torino ha preferito per motivi strategici (?) acquisire il diritto sportivo da un´altra squadra: classica lungimiranza nostrana. Elisabetta ha alzato al cielo anche 2 Coppe Italia mentre in Nazionale ha disputato le sue belle 109 partite: complimenti alla nostra veneta.
Però poi se ricordiamo che ha segnato anche 102 gol in 109 partite, allora ci sorgono oggi dei dubbi: come mai non abbiamo un bomber capocannoniere sia nel mondo femminile che in quello maschile come la nostra fantastica Betti? In un anno con la Juventus fece 22 partite di campionato e 51 gol; con il Padova in 3 anni di campionati 95 presenze ma anche 144 gol. I nostri attuali bomber Immobile o Belotti, ma anche Vieri o Totti al confronto si dovrebbero nascondere.
Oggi continua a far parte dello sport essendo responsabile del Sassuolo femminile oltre a far parte del CdA della FIGC femminile. Un in bocca al Lupo a Betty: buon lavoro con una preghiera, ovvero non dimenticare da dove sei venuta. Cioè dalla strada, dalle società sportive di base: gli oratori restano sempre la base ed il fulcro per uno sport inclusivo integrativo ed anche vincente come te
Forza Betty ! Forza azzurri