La memoria di Ivo Bitetti e la lotta contro la narrazione tossica sul tifo laziale

17.04.2025 13:52 di  Redazione StPauli   vedi letture
La memoria di Ivo Bitetti e la lotta contro la narrazione tossica sul tifo laziale

Articolo a cura del nostro socio BG Veron e collaboratore delle Brigate Garibaldi

La ricorrenza dedicata a Ivo Bitetti si inserisce nella continua battaglia contro una dicotomia che rifiutiamo con forza: quella che identifica automaticamente il tifoso laziale come fascista.

Nel derby precedente, si è assistito a un paradosso surreale: ultras romanisti fascisti accusavano gli ultras laziali — anch’essi dichiaratamente fascisti — cercando di stabilire chi fosse “più fascista”. Un teatrino grottesco che svilisce la complessità della storia e delle identità.

La realtà, però, è ben diversa. La storia della Lazio è attraversata da figure che nulla hanno a che vedere con quell’ideologia. Basti pensare a Tommaso Maestrelli e al ricordo di Ivo Bitetti, che — per chi non lo sapesse — fu l’uomo che riconobbe Benito Mussolini mentre tentava la fuga nascosto in un convoglio nazista. Fu lui a segnalarlo, contribuendo alla sua cattura.

Bitetti è motivo di orgoglio per i tifosi laziali antifascisti. Per questo lo abbiamo voluto ricordare con uno striscione in Piazza della Libertà, luogo simbolico in cui il padre di Bitetti, insieme ad altri amici, fondò la Società Sportiva Lazio — oggi la polisportiva più grande d’Europa.

Il nostro intento è far emergere figure importanti del mondo biancoceleste, dentro e fuori dal campo, riaffermando che i valori sportivi e sociali di una polisportiva non possono essere ridotti a logiche politiche, né tantomeno strumentalizzati da una sola parte.

Da troppi anni, media e immaginario collettivo — in Italia come in Europa — identificano automaticamente il tifoso laziale come fascista. È tempo di mettere in discussione questa narrazione tossica. Il messaggio è chiaro: non tutti i laziali sono fascisti. Anzi, cresce il numero di tifosi che prende le distanze dalle uscite razziste e naziste di una parte della curva.

La Brigata Frustalupi — intitolata al giocatore più di sinistra della banda Maestrelli, noto per il suo impegno socialista — ha ideato e realizzato lo striscione. Intendiamo proseguire nell’opera di decostruzione del pensiero dominante sulla Lazio e i suoi tifosi, per far emergere una storia che è anche antifascista, popolare e resistente.