Euro 2024: tanto fascismo celato da tanta ipocrisia ma che belle Francia e Spagna!

12.07.2024 19:48 di  Roberto Consiglio   vedi letture
Lamine Yamal
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Pochi giorni fa si è giocata la seconda semifinale del torneo dell'Europeo di calcio 2024 in corso in Germania. A staccare il pass per la finale all'Olympiastadion di Berlino, in programma domenica 14 luglio contro la Spagna di Luis de la Fuente, è stata l'Inghilterra guidata da Gareth Southgate.  La nazionale dell'isola di sua maestà ha sconfitto in semifinale l'Olanda. Le Furie Rosse, invece, hanno avuto la meglio sulla Francia di Mbappè che, ancora una volta, ha deluso le aspettative che si erano create su di lui e non ha certo disputato un gran torneo con la maglia dei Blues.

Quella che si sta avviando alla conclusione è stata però una edizione degli Europei di calcio in cui a farla da padrone sono state, in primis, questioni che travalicano il terreno di gioco e vanno ad interessare, in maniera particolare, l'ambito politico. D'altronde questa vicinanza, nonostante ci fossero le solite voci dai piani alti che dicevano di tenere separati calcio e politica, non poteva esser altrimenti. 

Durante la fase a gironi ci sono stati numerosi momenti di tensione quando giocavano le rappresentanti calcistiche di quei paesi che fino a pochi decenni fa facevano parte della Jugoslavia titina. Nel gruppo C, in cui erano inserite Serbia e Slovenia, i supporter dei due team balcanici non hanno certo tenuto la bocca chiusa offendendosi reciprocamente. 

I cori, di chiaro stampo nazionalista, non hanno certo risparmiato i tifosi della squadra ospite nel corso del match disputatosi lo scorso 20 giugno in quel di Monaco di Baviera. Anche nel girone dell'Italia, il gruppo B, erano presenti altre due squadre balcaniche: Albania e Croazia, sfidatesi il 19 giugno ad Amburgo. Anche questa partita ha creato non pochi problemi dal punto di vista politico. La stessa federazione calcistica serba, ad esempio, aveva detto di voler abbandonare la manifestazione visto che, durante la partita del gruppo B, i tifosi albanesi e croati avevano più volte ripetuto il coro “uccidi i serbi”. Pronta era stata la risposta di Belgrado che tramite le parole del segretario generale della Federcalcio serba, Jovan Surbatovic, aveva affermato : “Quello che è successo è scandaloso e chiederemo sanzioni alla UEFA, anche a costo di non continuare la competizione“. 

A creare il punto di scontro più forte tra i governi di Belgrado e Zagabria vi sono ancora gli strascichi della guerra civile degli anni '90. Tra Tirana e Belgrado vi è invece la cosiddetta “questione kosovara”, un paese che si sente indipendente dal governo serbo e che invece in Serbia reputano ancora una loro provincia. 

Altro fattore che portato la questione politica sui campi di calcio è stata la presenza al torneo della squadra dell'Ucraina, impegnata in guerra contro la Russia da fine febbraio 2022. Nel corso della partita contro la Romania, vinta da quest'ultima per 3-0, i tifosi di Bucarest hanno intonato alcuni cori di sostegno a Putin. Dal canto loro i tifosi gialloazzurri, prima della partita del 26 giugno scorso disputatasi a Stoccarda contro il Belgio, hanno dato vita ad una coreografia in cui era rappresentata la figura di Nazarii “Grenka” Hryntsevich, un ex ultras del Nyva Vinnytsia e un neonazista del battaglione d'Azov caduto lo scorso maggio sul campo di battaglia.

Al contempo, però, durante il torneo svoltosi in terra teutonica, era impossibile far entrare una bandiera palestinese o che richiamasse, in qualche modo, un appoggio al popolo mediorientale che da quasi 300 giorni sta subendo un vero e proprio massacro da parte del governo israeliano. Anche l'Italia non si è contraddistinta in questo campo. Nonostante la sua non certa degna performance sul rettangolo da gioco, dove non ha espresso un minimo di gioco oltre che i risultati deludenti ottenuti, gli uomini di Spalletti, e lo stesso tecnico toscano, hanno cercato di portare avanti una narrazione molto filo-nazionalista come anche in altri campi ad esempio il forte sentimento patriottico dei commentatori dei match degli azzurri è stato un altro fattore che ha lasciato più di qualche dubbio. Ma, come si dice, la squadra di calcio rappresenta il vero stato di animo di un paese. Come dal punto di vista politico, nonostante tutti i discorsi propagandatici fatti da chi ci governa attualmente, l'Italia è stata tenuta fuori dalle riunioni e dai posti che contano per la formazione della prossima squadra che guiderà il neo-eletto Parlamento europeo, in Germania l'Italia è uscita appena la fortuna non ha girato dalla sua parte.

Dopo tre incontri, del girone B, in cui hanno ottenuto molti più punti di quanto mostrato sul campo, gli azzurri sono stati eliminati da una Svizzera che è una squadra vera. Anche nel calcio, insomma, non serve la propaganda ma bisogna guardare in faccia alla realtà per non uscire mestamente ai quarti del torneo da campioni europei in carica.

Dopo il lato brutto, parliamo adesso di alcune novità positive del torneo calcistico che si avvia alla conclusione: Spagna e Francia. Le Furie Rosse, nonostante il forte cambio generazionale rispetto al quadriennio 2008-2012 in cui vinsero praticamente tutto, non fanno alcun passo indietro ed arrivano al match finale senza neanche troppe difficoltà.

Questa volta a brillare è una giovane stella dal nome Lamine Yamal Nasraoui Ebana. Il gol che ha fatto contro la Francia in semifinale rappresenta, almeno finora la marcatura più bella. La giovanissima stella del Barcellona, di appena 16 anni, ha colpito soprattutto per la sua capacità e la sua eleganza nel muoversi in campo in qualsiasi tipo di situazione. Da noi i migranti vengono sfruttati e lasciati sul ciglio della strada dopo aver perso un braccio mentre stavano lavorando, percependo un salario che definire da schiavitù è poco, per qualche caporale senza scrupoli. In altri luoghi invece portano la squadra di calcio del paese che li ha accolti a giocarsi una finale di una competizione così importante.

Anche la Francia è riuscita ad arrivare ad un passo da Berlino grazie ad una formazione che è composta in larga parte da migranti. Il fatto che poi questo percorso calcistico sia stato fatto quando i neofascisti rischiavano di prendere il potere a Parigi dopo le elezioni legislative del 30 giugno e 7 luglio scorsi rende questa storia ancora più bella...