St Pauli-Amburgo: un derby, ma per noi qualcosa in più
Ci siamo: l'appuntamento è per domani alle 18,30 a Millerntor (nemmeno a dirlo, tutto esaurito). Il St Pauli capolista ospiterà i cugini secondi in classifica e si preannuncia una sfida emozionante almeno tanto quanto quella della scorsa primavera, possibilmente con risultato invertito, quando entrambe le squadre erano in corsa per la promozione.
È il derby 110 (ve ne abbiamo parlato qui) ma per noi è qualcosa in più di un semplice derby, qualcosa in più di una sfida che può indirizzare un campionato o una promozione in Bundesliga. Questo derby per noi è l'occasione per riaffermare il nostro orgoglio sanktapuauliano, inclusivo, solidale, antirazzista e antifascista.
Questo derby arriva dopo un periodo particolarmente esaltante per la squadra in campo e molto complicato per la tifoseria e l'associazione fuori dal campo. Il genocidio israeliano a Gaza come risposta alle azioni palestinesi del 7 ottobre, ha diviso profondamente i tifosi dei pirati e soprattutto all'estero l'immagine del Sankt Pauli è stata infangata gratuitamente.
Il tentativo sistematico di distruggere ciò che il St Pauli ha fatto nella sua storia e ciò che rappresenta ha assunto dimensioni enormi: tanta disinformazione, tanta ingenuità ma anche una buona dose di malafede alle spalle di questa grande operazione che ha coinvolto testate più o meno grandi, allettate dalle facili interazioni che la questione palestinese può creare anche sul tema sportivo. Ovviamente a discapito dell'imparzialità.
Allora riassumiamo gli eventi: appena giunta notizia degli attacchi della resistenza palestinese del 7 ottobre il St Pauli esprime la propria vicinanza all'Hapoel Telaviv i cui membri risultano sin da subito tra le vittime del conflitto. Poi parte la rappresaglia israeliana e dopo lunghissimi giorni di silenzio arriva un comunicato (link) del St Pauli che raccoglie donazioni per Oxfam, una delle poche Ong ad operare ancora a Gaza.
Premesso che il St Pauli è una associazione e come tale riflette le idee e le posizioni dei suoi associati e premesso che il problema della mancata percezione del problema dell'occupazione palestinese in Germania è un dato di fatto a causa dei tristi trascorsi nazionalsocialisti, già il fatto di raccogliere fondi per la Palestina è un atto rivoluzionario e probabilmente unico in Germania. Il St Pauli avrebbe potuto prendere posizione prima? Sì, secondo noi. Avrebbe potuto essere più determinato nella difesa della causa palestinese? Certo, almeno secondo il nostro punto di vista. Ma, lo ripetiamo, si tratta già di una mediazione efficace in una nazione come la Germania che ancora non ha fatto i conti con il proprio passato e conseguentemente ne soffre.
Ora veniamo al dunque: la storia del St Pauli e il modus operandi del St Pauli. Abbiamo aperto questa testata ormai quattro anni fa proprio per raccontare cosa sia veramente il modello St Pauli, l'associazionismo, il calcio popolare, l'inclusività e come il Jolly Roger incarni tutti questi valori che sono vere e proprie chimere in Italia e in generale nel calcio degli emiri, degli americani e dei cinesi.
I viaggi a Cuba e nell'allora DDR, i progetti Viva con Agua, il calcio per non vedenti, il sostegno ai poveri del quartiere, la lotta ai movimenti di destra, la battaglia contro il calcio capitalistico, il no alle partite al lunedì, la difesa dei posti in piedi in curva, la difesa dei salvataggi in mare, un asilo dentro lo stadio, la radiocronaca per non vedenti, il pacifismo, la democrazia interna... e potremo andare avanti per ore a raccontare tutto ciò che il St Pauli fa e rappresenta.
Tutto questo non può e non deve essere oscurato da questa grande campagna di disinformazione nei nostri confronti. Campagna che, va detto, si nutre anche delle posizioni estremiste di una parte della tifoseria.
Questo è il motivo per cui domani voglia e dobbiamo vincere: per il nostro orgoglio, per la nostra storia! Avanti Sankt Pauli!