40 anni tristi: cosa ci resta della grande vittoria dello sport popolare del 1982?
Oggi tutti i giornali scrivono di quella grande vittoria del 1982, noi anche quel giorno eravamo sulle gradinate del vecchio Bernabeu. Avevamo dormito la notte all'entrata dello stadio chiusa da un lucchetto arrugginito insieme ad un gruppo di amici, ragazzi conosciuti nelle prime fasi del Mundial a Barcellona. Eravamo quelli scappati dall´Italia molto calda anche allora, e non solo meteorologicamente. Eravamo quelli che ci hanno creduto da subito, forse perché ancora bambini, forse perchè allora lo Sport popolare esisteva per davvero, ed io giocavo addirittura in un oratorio. Eravamo quelli che giocavano in mezzo alla strada, con un Presidente Partigiano, quelli che in mezzo a tanti argentini e brasiliani pensavano di andare a casa ma l´importante era partecipare. Poi abbiamo vinto noi ma l´importante era sempre tifare e a Madrid eravamo questa volta in tanti noi, eravamo spaventati dai gruppi di Skin tedeschi vestiti solo di stivali anfibi neri e jeans logicamente neri, eh sì, avevano anche le bretelle nerorossegialle. Ci domandavamo ma chi sono e cosa vogliono. Difronte a loro comparvero invece orde di italiani con le ciabatte, alcuni scalzi: un italiano aveva la maschera ed il boccaglio, mancava il mare ma aveva il costume, il papa vestito solo di una bandiera tricolore e con la tiara di carta e spillata con le puntine dava la benedizione alle truppe germaniche, che si ritirarono incredule, forse avevano capito il motivo della sconfitta nella seconda guerra mondiale, si erano alleati con noi!
Ma quel giorno abbiamo vinto noi. Ho potuto dire grazie a Tardelli per il suo grido interminabile alcuni anni fa a Como a casa sua, ma gli dissi anche che noi in quel momento avevamo gridato ancora più forte e a lungo di lui, tirando fuori il calore sportivo e popolare dei bambini che eravamo allora, scappati da casa non ancora maggiorenni.
Per fortuna nel 2006 a Duisburg, con Francesco ed Alessandro avanti a tutti, ho potuto dire grazie anche a Pablito, anche lui veniva dagli oratori e dai settori giovanili, eravamo fortissimi, con Scirea il grande " Libero di volare " (cit dei tifosi della Dea Atalanta). Vi siete fatti una domanda: perchè ormai non vinciamo più sia con le squadre di club che con le nostre nazionali?
Per questo per me e molti sportivi come noi, questi ricordi sono tristissimi, perchè non abbiamo più lo sport di base che in quel tempo esisteva ancora, perchè abbiamo fatto la guerra (brutta parola di questi tempi) al vaticano perchè gli oratori facevano troppo proselitismo cattolico con lo sport, ed adesso niente oratori e niente campioni. Oggi invece abbiamo lo sport di elitè, le superleghe, le societá per azioni spesso quotate in borsa, ma vi siete domandati se la borsa di Milano riesce a vincere qualche campionato ? Noi non abbiamo mai visto vincere la borsa di Francoforte le coppe europee, il Francoforte invece sì, la associazione sportiva Eintracht le vince le coppe eccome!
Per questo oggi per noi è un giorno triste, perchè non abbiamo capito che ci stiamo autoflaggellando.
Avete sentito i politici cosa raccontano sempre, da Salvini (sì proprio lui) che ha cercato di "blindare" i marchi storici per non darli in mano straniere, Tremonti che cercava di bloccare gli acquisti delle aziende italiane, l´ex Ministro dell´agricoltura Saverio Romano: ho disegnato una cornice strategica che prevede la tutela del mercato non attraverso azioni protezionistiche, ma attraverso modelli che esaltano il valore del nostro mercato come l’etichettatura, la lotta alle contraffazioni, la competitività attraverso il sostegno del made in Italy.
Nel 2014 Renzi nel suo governo invece propone l’istituzione del marchio “Italian Quality”. Prima di questi Europei femminili la nostra azzurra della Nazionale (Laura Giuliani su Sky) era contenta per la professionalizzazione del calcio per le Donne in serie A; ma poi ha aggiunto: a noi manca il bacino, mancano le ragazzine che giocano al calcio, non abbiamo lo sport di base come in Europa.
E la stessa cosa la ripeteva alla domenica sportiva dopo la batosta con la Francia la grande Carolina Morace.
Avete mai sentito nessuno che abbia cercato di proteggere il made in italy del nostro Sport? Sono entrati Cinesi, Arabi, i Russi e gli americani (cantava Lucio Dalla) eppure nessuno parla dello sport come prodotto di made in Italy.
Proteggere come non fanno tantissimi stati e soprattutto la Germania, tiene e sviluppa lo sport dal basso, radicato nel territorio con la sua storia e la sua tradizione, quella che abbiamo perso noi! Sono passati ormai 40 anni, tristi, ma tutti invece fanno festa, e nessuno sa perchè.
Grazie Pablito , grazie Marco, grazie anche Francesco ed Alessandro!