Zampagna attento, l'imbarazzo potrebbe essere insopportabile
Di cambi casacca se ne sono visti tanti negli anni. Gente che va da una sponda all'altra del Tevere. Giocatori che migrano da Appiano a Milanello e viceversa. O, se preferite, fanno la spola dalla “Città dell'acciaio” all'Augusta Perusia. Le vecchie bandiera le abbiamo salutate quasi tutte. E ormai da tempo. I colori, la storia, gli stemmi – quelli baciati ad ogni gol – contano ormai zero davanti al vil denaro. E magari è giusto così, perché forse – forse – siamo troppo romantici noi ed in fondo si tratta solo di professionismo. Di carriera. Di opportunità.
Vedere sputare sugli ideali, però, fa più effetto.
Riccardo Zampagna, ex tra le altre di Messina, Ternana, Atalanta e Sassuolo, “l'ultimo bomber di sinistra” vira sulla destra. Molto a lato. No, non ha ripreso a giocare a 48 anni, ma più semplicemente ha scelto l'ala più estrema della politica italiana (trascuriamo volutamente gli invasati neo nazisti di Casapound), facendo un bel volo d'angelo su tutto l'arco politico, manco fosse Holly in uno di quei colpi di testa infiniti tanto cari a noi che siamo ormai entrati negli “anta”.
Da sinistra a destra, senza passare dal via. Giusto una capatina dai 5stelle due legislature fa, ma l'esperimento era riuscito male. C'era evidentemente la voglia di esplorare nuovi lidi, come quello sovranista nel quale si è buttata “Terni Protagonista”, lista costruita “insieme ad alcuni amici” dei quali l'ex bomber ha “totale stima e fiducia”. La stessa probabilmente che ripone nei candidati alla lista di Fratelli d'Italia, partito del quale è espressione Orlando Masselli, il candidato sindaco a Terni. O magari la stessa fiducia riposta nella lista Lega Salvini Terni, oppure in Forza Italia Berlusconi per Terni. Questa è la grande famiglia che si presenterà alle prossime elezioni comunali nella città umbra più operaia.
“Terni ai ternani” (sì, pare l'abbia detto alla Gazzetta) è ormai il nuovo motto, con tanti saluti al pugno chiuso sotto la curva, abbandonato per discussioni immaginiamo molto più interessanti su migranti, navi ONG da affondare, 25 aprile da boicottare e tradizioni da difendere.
Che poi le idee possono cambiare (anche se ci piace ricordare le “poche idee, ma in compenso fisse” del buon Faber), ma magari agli ideali, quelli sì, andrebbe portato rispetto.
“Ho deciso di metterci la faccia, come sempre controcorrente” avrebbe dichiarato Zampagna, che pare non intenda questa come “una personale svolta a destra, ma come una provocazione”.
Contento lui.
Prepariamoci a celebrare la Liberazione tutti insieme. E mandiamo un pensiero affettuoso in quel di Terni: l'imbarazzo, per qualcuno, potrebbe essere insopportabile.