VAR: Lo Sport è emozione velocità ed anche errore
Lo sport ed in particolare il calcio dovrebbero coinvolgere emotivamente le persone: tifosi, bambini, grandi e piccoli... tutti noi.
Da un po' di tempo a questa parte però invece di assistere ad uno spettacolo chiamato sport siamo di fronte ad uno show mediatico dove personale ed assistenti sono alle prese con una tecnologia spesso in "fuori gioco" e si ergono impietosi con sentenze spettrali. Lo sport è anche bello se non perfetto in quanto l'uomo stesso è imperfetto: in caso contrario sarebbe un robot! Noi invece non vogliamo una gara tra macchine e l'unica sentenza deve essere il risultato finale: vogliamo atleti che praticano lo sport ad alti livelli pur restando imperfetti.
Lo sportivo è imperfetto, e questo è il bello del gioco: quando ad esempio un attaccante sbaglia ad un solo metro dalla porta un gol facile facile tanto da che persino il commentatore in diretta dichiara impunemente e sfacciatamente che il gol "lo avrebbe fatto anche un bambino". Ed è anche imperfetto il passaggio all'indietro del difensore verso il portiere quando la palla sobbalzando su una zolla entra perfidamente in gol. Ancora una volta il commentatore sorride e dichiara in diretta che "il portiere farebbe meglio ad andare a zappare la terra" mentre una parte dei tifosi si dispera ed un'altra gioisce al malcapitato gol fantozziano.
Sono stati scritti manuali e trattati biblici sugli errori arbitrali, sempre umani, dai centimetri del "er gol di Turone" alle canzoni sul grande Maradona, la famosa "Manos de Dios". Maradona addirittura sorrise più volte sbeffeggiando arbitri ed avversari: Napoli verso Bayern di Monaco, Argentina contro Inghilterra ed altre ancora. Tutti noi ancora oggi rendiamo onore a queste "distrazioni" arbitrali: anche questo fa parte non solo del calcio ma anche della storia dello sport mondiale. La finale dei Mondiali del 1966 fu di un altro avviso: il gol-non-gol degli Inglesi era chiaramente un NON gol e per questo tipo di assistenza nessuno avrebbe da dire.
Anche qui gli esempi potrebbero essere innumerevoli. Il fatto però più eclatante che noi vogliamo esaminare oggi è come questo VAR stia togliendo il calore della competizione, di quello sport genuino fatto anche di destrezza ma anche di velocità. Soprattutto il calcio, che è uno sport spesso lento e monotono, è costretto a fermarsi per quei 3/4 minuti e ad aspettare una sentenza passata in giudicato senza che nessuno possa vedere e partecipare. In pratica è come dire "buona notte".
In altre situazioni, dove il calcio invece produce velocità e spettacolo ecco che il VAR arriva con i suoi 3/4 (spesso 5 )minuti come una bastonata sulle gengive. Della serie: basta, andate a casa.
La nostra grande nazione sportivamente parlando, specialmente calcistica, dibatte da mesi sulle varie carezze in aria di rigore, su possibili strusciate tra portiere ed attaccante, dimenticando spesso i fallacci a centrocampo in quanto non fanno notizia. Un continuo bloccare quello che è di più bello nello sport: l'azione anche forte, il contatto tra giocatori che é la base dello sport e del calcio. Stiamo diventando un popolo "antisportivo" e lo diciamo non solo perché l´italiano medio ormai non pratica più lo sport ed il calcio" questa carenza lo porta semplicemente ad ignorane le fondamenta. Se guardassimo e confrontassimo oggi una partita degli anni 70/80, magari la semifinale dei mondiali Messico 1970 tra gli azzurri ed i tedeschi, ci accorgeremo di come giocarono in maniera forte e virulenta ma sempre rispettosa: Beckenbauer con un braccio slogato che continua a dirigere mentre le due squadre continuano a scontrasi nella partita più bella mai vista ad oggi.
Al contrario grazie a questo VAR anche i giocatori di oggi cascano come "Pppi siciliani" al singolar tenzone di un teatrino di Caltanissetta o di Mazara del Vallo. Ma è proprio questo lo Sport che vogliamo? Una centrale operativa che dirige il traffico delle carezze in area di rigore da una cantina che nessuno vede ?
Ebbene, proprio dalla fredda Germania e dal profondo Nord Euopa arriva l´allarme sportivo: il VAR è diventato uno dei nuovi obiettivi degli amanti del calcio e dello Sport. Non c´è nessuno stadio oltre le Alpi che non stia facendo una campagna per l'abrogazione di questo strumento tecnologico molto spesso, troppo spesso, usato solo per l'egoismo televisivo. Specie negli stadi tedeschi, che hanno oggi la maggior affluenza mondiale di presenze e di partecipazione, qui dove le associazioni sono di "persone" e non di capitali, dove le persone praticano lo sport e non lo subiscono passivamente, vengono sventolati striscioni e fatte assemblee chiudere questi tribunali "dell´inquisizione sportiva".
Gli striscioni esposti scrivono chiaramente: lasciamo correre le emozioni, NO al VAR! Sempre i tedeschi, ma anche svizzeri, austriaci, svedesi o inglesi che dimostrano di avere oggi più cuore e valore sportivo dei caldi italo/spagnoli, ormai attaccati più al loro computer, scrivono ancora: No al Video del Circo, SÌ alla trasparenza sportiva, oppure ancora Più Calcio e meno discussioni televisive!
Le idee le hanno e sono anche molto chiare. Vari sponsor sono saltati in Germania per questo, ritirandosi in quanto "non sportivi" e non imparziali verso l'atleta ed anche l'arbitro, che poveretto spesso viene messo ancor di più oggi in una gogna mediatica imparziale.
Essere NO VAR significa oggi essere soprattutto come viene utilizzato per fattori solo mediatici: é un fatto inoppugnabile!
Meditate tifosi e meditiamo insieme: forza lo sport praticato e non solo mediatico!