Ogni stadio è bello a mamma soja (il Millerntor un po' di più)
Dopo aver visto un interessante articolo apparso su Offthepitch.com abbiamo pensato che sarebbe stato bello parlare di stadi stranieri e italiani. E magari paragonarli. Bello, ma non certo facile. Non parliamo qui di pura estetica, che è troppo soggettiva anche se ricopre un aspetto importante nella valutazione di ciascuno di noi, ma piuttosto di altri punti presi in considerazione proprio nel rapporto sopracitato.
Offthepitch, infatti, partiva da tre macro-dati, attraverso i quali creava poi una classifica facendo una media praticamente matematica: experience, revenue (o entrate) ed impact (ovvero l'influenza o la capacità dello stadio di creare il famigerato effetto “12° giocatore”).
Scartando la capacità di uno stadio di creare reddito, ambito forse troppo tecnico, ma che spiegherebbe già bene la distanza tra gli stadi nostrani e quelli europei (e non solo), ci interessa qui parlare del rapporto stadio-tifosi-città.
Nella classifica di Otp troviamo in ordine sparso e nelle varie categorie lo stadio Meazza di Milano, l'Olimpico di Roma, il San Paolo di Napoli e l'Allianz Stadium di Torino (primo tra gli italiani nella classifica generale e unico tra gli stadi nostrani presente in tutte le tre categorie), ma le posizioni occupate sono veramente di ripiego. I problemi sono palesi da tempo: poco appeal, costruzioni vetuste, visibilità ridotta o scadente, collegamenti inesistenti, posizione poco o per nulla integrata con il tessuto cittadino circostante. L'afflusso irrisorio di tifosi ne è la logica conseguenza, il che si riflette sulle classifiche che il sito ha stilato per quanto riguarda "experience" ed "impact".
All'estero le cose vanno in modo leggermente diverso...Prima di tutto lo stadio non è visto come qualcosa di avulso dal contesto cittadino, ma anzi si integra con il tessuto urbano e lo completa. Smettiamo di pensarlo solo come sede di partite di calcio, ma concepiamolo come “casa” per una molteplicità di attività sportive: lo stadio può attirare una moltitudine di appassionati, ma certo questo è più vero se pensiamo a questo scenario partendo da un contesto associativo come quello tedesco o, più in generale, europeo. Lo stadio, diversamente da quanto succede in Italia, non viene pensato come una struttura necessariamente periferica e di certo non come complesso "disturbante" per la città: traffico, rumore, disagi, problemi di ordine pubblico sono ridotti al minimo o radicalmente ribaltati in favore della zona su cui insiste lo stesso stadio. All'estero, anche grazie alla struttura associativa delle società, si arriva perfino a dare un peso specifico ai soci-tifosi in ambito decisionale, però in Italia (almeno attualmente) non ci sono competenze tali, né tanto meno le basi dalle quali partire.
Nella già pluri citata classifica compaiono innumerevoli stadi tedeschi, in tutte le categorie: dalla Veltins-Arena di Gelsenkirchen al Signal Iduna Park di Dortmund, dal Weserstadion di Brema al RheinEnergieStadion di Colonia,dall'Allianz Arena di Monaco (ovviamente) fino ai berlinesi Olympiastadion (Herta) e Stadion An der Alten Försterei (Union).
Non avrebbe certo sfigurato il “nostro” #Millerntor, che da 5 anni fa registrare una media di 29500, ovvero praticamente il tutto esaurito: non c'è certo da stupirsi, visto che la serie B tedesca conta oltre 23500 spettatori di media a giornata, cioè numeri molto vicini alla Serie A italiana per intenderci.
Chi non conosce la “casa” del FCSP sappia che lo stadio si trova nel cuore di Sankt Pauli, a 200 m dal porto: immaginatevi ora una situazione simile a Genova o a Napoli...Ma immaginatevi pure un asilo nido da oltre 150 posti esattamente dentro lo stadio, di cui servirsi 7 giorni su 7, “match-day” compresi. Immaginatevi di poter bere del vino comodamente dentro lo stadio, ma poi pensate di farlo a San Siro o all'Olimpico. Immaginate che lo stadio lo abbiano disegnato i soci e che le linee guida siano state dettate nelle assemblee generali svoltesi prima della sua progettazione. Ecco, mentre a Sankt Pauli potete già vivere tutto questo, possiamo solo immaginare che gli stadi "fantozziani" d'Italia possano rispettare degli standard tanto elevati.
Come ha ben scritto Offthepitch nel rapporto, gli stadi migliori che danno anche i migliori risultati (pure a livello economico) sono quelli a misura umana. Al Millerntor troverete anche sale conferenze (una in tribuna principale da oltre 500 posti, una in curva sud da oltre 300 posti ed una in tribuna est) e poi una sala concerti ed un museo.
Sì, il Millerntor non è uno stadio come gli altri!