La partita dei miliardi

Il Sankt Pauli (mediante il suo ex giocatore Benny Adrion) presenta un documentario agghiacciante sui prossimi Mondiali
06.11.2022 17:31 di  Giuseppe Livraghi   vedi letture
Fonte: Redazione Tutto St. Pauli
La partita dei miliardi
© foto di Tutto St Pauli

Una delle “magagne” del sistema calcistico italiano è probabilmente quella di non avere una voce critica o, comunque, di averla ma assai flebile. In sostanza, la limitata possibilità di critica agli eventi, con i mass media che raccontano solo una parte della verità, cioè quella più conveniente e più “appetibile” commercialmente.

Il prossimo Campionato Mondiale di calcio, in programma in Qatar dal 20 novembre al 18 dicembre 2022, ne è un lampante esempio, poiché in Italia ben poco o nulla viene raccontato circa la situazione dei diritti umani nello Stato del Golfo Persico.

Tralasciando il fatto che i nostri Azzurri hanno clamorosamente mancato la qualificazione (involontariamente “boicottando” la competizione), in vari Paesi sia gli addetti ai lavori sia gli appassionati si sono invece dimostrati attenti (“sul pezzo”, come di dice in gergo): in Germania, infatti, non si parla d’altro, con i tifosi che invitano (mediante l’esposizione di striscioni negli stadi) a boicottare la manifestazione iridata (che di sportivo ha, ormai, poco o nulla).

Non solo: numerosi politici tedeschi invitano a non presentarsi in Qatar, dirigenti teutonici sono tra il “non allineamento” (Oliver Bierhoff) e una posizione assolutamente critica (Philipp Lahm).

Ha preso posizione anche la nazionale danese, che giocherà i Mondiali con una divisa completamente nera in onore e ricordo dei tantissimi lavoratori immigrati morti nel deserto durante la costruzione degli stadi di Qatar 2022.

Non si è nascosta neppure la selezione australiana, la quale ha pubblicato un video nel quale i giocatori gialloverdi sostengono i diritti LGBT, che invece non sono affatto riconosciuti nel mondo arabo (Qatar compreso).

Ciò di cui stiamo trattando non è qualcosa di astratto, bensì diritti umani, sicurezza sul lavoro, redistribuzione adeguata del lavoro e rispetto per le donne e per le minoranze.

Tornando al Mondiale vero e proprio, i giornalisti hanno addirittura ricevuto un decalogo (diktat?) su come si devono comportare, che in pratica vieta loro di muoversi liberamente, non consente di effettuare delle fotografie in tutta libertà e proibisce di fatto di filmare e di intervistare liberamente.

Lo stesso “modus operanti” vale per i tifosi, i quali possono solo starsene seduti ad applaudire. Null’altro.

Coloro i quali hanno vissuto il periodo del Muro di Berlino ricordano certamente la situazione non certo liberale (eufemismo) della Repubblica Democratica Tedesca, ma quando un occidentale si recava “di là” (evento non così raro come potrebbe sembrare) era comunque possibile dialogare con ragazzi e ragazze tedesco-orientali. Addirittura era possibile parlare con ufficiali dell’Armata Rossa (https://www.tuttostpauli.com/pirati-storici/fotonotizia-euro-88-quella-trasferta-ad-ovest-dei-carristi-sovietici-237). In Qatar, invece, non sarà praticamente possibile dialogare con gli autoctoni.

Alla luce dei fatti (inconfutabili), si può affermare che il sistema qatariota consista in una dittatura ancor più ferrea di quella sovietica, la quale almeno tutelava i diritti dei lavoratori e delle donne.

Ma è davvero “cosa buona e giusta” andare in Qatar? L’Europa e il mondo se lo chiedono. Per quanto riguarda la Germania, gli affari “iridati” non vanno affatto bene, le prime informazioni dicono che ben pochi appassionati assisteranno alle gare del Mondiale e che pochissimi locali pubblici trasmetteranno in diretta le partite della rassegna (tanto che gli abbonamenti alle TV a pagamento sono calati paurosamente, costringendo Sky Germania ad aumentare di dieci Euro la tariffa mensile).

Il nostro solito piccolo/grande Sankt Pauli resta avanti a tutti, con il suo presidente (membro del CdA della Lega Calcio tedesca) che (spalleggiato da tutti i dirigenti delle prime tre divisioni teutoniche) porta avanti la battaglia democratica per la difesa dei diritti umani: in tutti gli stadi, infatti, vengono da tempo esposti striscioni che invitano a non vedere i prossimi Mondiali.

A tal proposito, l’ex giocatore biancomarrone e ora attivista Benny Adrion (https://www.tuttostpauli.com/personaggi/viva-con-agua-de-st-pauli-due-chiacchiere-con-benjamin-adrion-215) ha presentato alla stampa tedesca un documentario relativo ai fatti e ai misfatti che si celano dietro al Mondiale qatariota.

Benny (grande amante della nostra nazione) ci ha rilasciato questa dichiarazione relativa alla sua idea di calcio e in generale di sport:

“Bisogna sensibilizzare tutti gli sportivi italiani del calcio e di tutti gli altri sport, far capire a tutti che lo sport è e sarà sempre politica: politica di inclusione e politica di integrazione, dove intendiamo politica per il rispetto dei diritti umani. I club italiani devono diventare più responsabili, devono portare i valori della persona al centro dei loro progetti, anche perché senza il rispetto di questi valori non si potranno mai realizzare progetti economici”.

Il documentario “La partita dei miliardi” verrà trasmesso lunedì 7 novembre 2022 in prima serata sul canale Prosieben alle ore 20:15, visibile purtroppo solo nel mondo di lingua tedesca: anche in questo caso abbiamo perso un’altra partita, non potendolo vedere in Italia.

Redazione Tutto St. Pauli