Claus “Bubu” Bubke, il leggendario "kit man" sanktpauliano
Claus “Bubu” Bubke è uno dei personaggi più conosciuti e maggiormente apprezzati del quartiere portuale di Amburgo. Agli inizi degli anni '80 collabora in varie forme con il Sankt Pauli, poi si ritaglia piano piano un posto come accompagnatore della prima squadra: è una figura cult nello staff del Sankt Pauli, visto che per oltre un quarto di secolo si è occupato dell'abbigliamento tecnico dei Kiezkicker ed è stato il custode dei campi in erba sintetica di Feldstrasse.
Da sempre conosciuto come una persona un po' scorbutica, ma da tutti stimato come profondo “sankt pauliano”, piacevole e spiritoso, con i modi tipici dei marinai. Soprattutto un gran fumatore e bevitore di birra: tipo ostico con il quale avere a che fare, soprattutto se non si possiede una profonda fede sanktpauliana.
Oggi Bubu combatte contro un cancro alla lingua: all'età di 75 anni è la seconda “partita” che si trova costretto ad affrontare, dopo un prima diagnosi nel 2012. Sempre con spirito combattivo e circondato dall'affetto di tutti.
Il direttore di tuttostpauli.com lo conosce agli albori degli anni 2000 e ce lo racconta.
"I miei primi incontri con Bubu risalgono agli inizi del 2000, quando iniziai a giocare con la mitica 7.Herren, la squadra più politica e politicizzata del Sankt Pauli.
Un giorno ricordo che negli spogliatoi del vecchio Millerntor mi accolse un portoghese, Amado – anche lui accompagnatore della prima squadra e tifosissimo del Benfica e della Juventus, per la militanza a Torino di Rui Barros e Paulo Sousa – che mi mise subito in guardia. “Stai attento a Bubu, è buono, ma scherza sempre”, disse. In effetti il primo incontro con Bubu non fu felice: un paio di urla, qualche parola oltre il livello di guardia, ma poi venne vicino chiedendomi se fosse tutto a posto. “Andiamo a prenderci una birra!”. Insomma da un eccesso all'altro senza tanti giri. Da lì in poi saranno sempre scherzi, uno dopo l'altro, tanto con me che con Amado.
A distanza di tanti anni Bubu resta un personaggio di quelli storici, che il calcio di oggi non sa più proporre: troppa televisione e poco sport praticato.
Una sera, prima di un match-clou in Coppa di Germania, andò di proposito nel bagno dello spogliatoio ospiti. Non tirò la catena, chiudendo bene finestre e porte. Una volta aperta la porta, nessuno voleva entrare per la puzza e Amado cercò di rimediare in qualche modo. Bubu chiese ad Amado di cosa si lamentassero, visto che erano una squadra di m... Più avanti si scusò, dicendo che non sapeva cosa fosse successo! Certo non un campione di diplomazia.
Diversi anni prima, si dimenticò in trasferta le maglie della squadra: ne rimediò alcune velocemente. Non si sa come abbia fatto.
Sopra gli spogliatoi c'era la Casa del Club (Clubheim), una birreria utile per i briefing prepartita dei Pirati: nella stanza dei trofei, che oggi purtroppo non esiste più, sedie modello 1800 e fotografie di ex giocatori in bianco e nero. C'era anche una birreria dove Bubu ovviamente aveva un posto fisso. Era gestita da Brigitte, sempre vestita di nero e con le calze a rete nere. Il fumo delle sigarette faceva parte dell'arredo, e Bubu aveva contribuiva non poco a creare quell'atmosfera: però, a causa del cancro debellato anni fa, aveva smesso di fumare, ma le stanze del Clubheim continuavano a forgiare e costruire un ambiente davvero rivoluzionario. Qui abbiamo visto svolgersi concerti punk, con sedie che volavano – ma senza feriti –, festeggiare matrimoni con canti e balli alternativi, partecipato a feste e partite. Un punto di incontro dove Bubu era sempre al centro dell'attenzione.
Anche per questo per il primo numero di “Übersteiger” - il mensile sportivo più antico di Germania, sul quale torneremo a breve con un altro report - Bubu doveva essere protagonista in copertina, mentre stoppava la palla di petto: lo fece con gran classe. Per il 25ennale del periodico venne rifatta la stessa foto: io tiravo il pallone affinché lui potesse stopparlo, ma stavolta ci vollero un bel po' di prove in più!"
In bocca al lupo Claus, Sankt Pauli è con te!
Per la foto si ringraziano la redazione di Übersteiger e Ariane Gramelspacher.