L'altra faccia dell'impero: Sankt Pauli incontra la Banda Bassotti
La nostra vita, la nostra gente, l'altra faccia dell'impero: è forse questa la frase che più racchiude gli oltre 30 anni di carriera della Banda Bassotti, vero e proprio riferimento culturale per diverse generazioni antagoniste. E nonostante le tante battaglie combattute, sopra e fuori dal palco, nonostante la mancanza di Sigaro, uno degli iconici fondatori e frontman, scomparso due anni fa, la Banda Bassotti è sempre andata avanti. Noi di TuttoStPauli abbiamo incontrato David che, insieme a Picchio e proprio Sigaro, ci rende partecipi di questa storia...
David. Non è facile trovare un aneddoto che riassuma in poche righe. Uno dei ricordi più vivi dell’inizio è in una mattina dell’estate del 1981. Arrivavo in cantiere su Via Palmiro Togliatti alle 7:30. Ci accompagnava il principale della ditta di ponteggi con la sua macchina. Ero insieme ad altri operai, tra cui c’era Picchio che conoscevo da qualche anno. Cominciamo a salire su un palazzo in costruzione per raggiungere l’ultimo piano e quando finalmente dopo 11 piani arriviamo su, incontriamo gli altri operai. Su delle palanche di legno c’era Angelo. Avevo una toppa dei Clash cucita sui pantaloni da lavoro, Angelo mi fece notare che li conosceva anche lui e così iniziammo a parlare. Poi potrei scrivere libri di aneddoti di notti in furgoni, palchi, birre, vodka, aerei, concerti, manifestazioni...
Da tanto tempo sei/siete un grandissimo/i tifoso/i del Sankt Pauli: quando e come siete entrati a far parte di questa grande famiglia?
David: siamo stati accolti dai tifosi del Sankt Pauli come fratelli. Ci hanno invitato a suonare molte volte, abbiamo suonato e visitato lo stadio, il negozio, il locale e abbiamo conosciuto molti tifosi e compagni della squadra di Amburgo
Ti ricordi la vostra prima volta a Sankt Pauli? Cosa ricordi di quella splendida giornata? E delle altre volte hai ancora dei bei ricordi?
David: Arrivare e suonare allo Stadio è stata un'esperienza bellissima. Vedere la partita a bordo campo! Ricordo che eravamo io, te e sigaro dietro la porta e ci spiegavi la storia politica: noi avevamo gli occhi lucidi! Vedere il tifo e ritrovarsi parte di quella giornata, non è cosa da poco. Poi il concerto in curva sud nonostante la grandine.
Il Sankt Pauli è campione nel calcio per non vedenti e campione nel rugby (8 scudetti vinti), è fortissimo nel beach-volley e va bene anche nel triathlon, vela e pallamano, come mai in Italia pochi conoscono questi fatti sportivi?
David: in Italia c’è poca attenzione per ciò che non è business.
Il modello associativo tedesco, che noi chiamiamo modello Sankt Pauli, ha un notevole impatto sociale contro razzismo e discriminazione e favorisce competitività sportiva senza gravare su nessun bilancio. Pensi che una nuova legge sullo Sport Popolare sia necessaria e perchè?
David: in Unione Sovietica e nei Paesi figli di quell’ideologia, lo Sport era figlio del Popolo. Lo Sport Popolare, legato ai quartieri, alle fabbriche, ai posti di lavoro, deve tornare ad essere una realtà. Seguo pochissimo il calcio moderno, non amo la visione dei calciatori con la Ferrari, discoteche e ville. Non amo Sky e tutti i soldi che ruotano intorno al calcio. In un paese dove un operaio guadagna 1.300 euro al mese, trovo assurde certe cifre milionarie. Mentre sport come il pugilato, l’atletica sono considerati sport di serie D.
Di Sigaro abbiamo bellissimi ricordi, di come parlava del Sankt Pauli, il suo cellulare, la voce, vogliamo immaginare con te cosa direbbe oggi a tutti noi, alle associazioni sportive e al Sankt Pauli?
David: direbbe ciò che ha sempre detto. Avanti Uniti! Progettare e creare una rete di Sport Popolare. Unire differenti realtà e tornare a fare dello sport legato al popolo. Qui nel quartiere dove vivo, San Lorenzo, c’è una grande realtà di Sport Popolare legata al calcio. L’Atletico San Lorenzo. Scuola calcio per bambini, calcio femminile, pallavolo, basket. Promuovono sport e iniziative sociali e di solidarietà. Un bellissimo esempio per tutti. Sempre a San Lorenzo c’è la Palestra Popolare. Boxe, Karate, Kick Boxing, Muay Thai, Pilates e arrampicata. Anche questa palestra, come l’Atletico San Lorenzo, è molto radicata nel quartiere. In tutta Italia, da Livorno a Caserta, esempi di palestre e calcio popolare ce ne sono molte.
Hai scritto da poco un libro, ce lo vuoi raccontare un po dato che tratta sempre di associazionismo ed antagonismo?
David: ho cercato di raccontare il senso della parola amicizia. Partendo da quattro compagni fino a diventare una grande comunità. Una comunità che quando si è raccolta e ritrovata in qualche progetto, ha fatto sentire la sua voce ed ha costruito qualcosa. Unendo alla parola, l’azione. Perché quando si hanno le idee chiare, è possibile raggiungere risultati.
Come può uscire lo sport italiano dalla crisi?
David: purtroppo non ho la risposta. Trovo veramente schifoso, che in questo clima pandemico, il calcio sia continuato come se nulla fosse. A dimostrazione che il potere economico comanda sull’Uomo. A ricordarci ancora una volta che il virus non si chiama Covid 19 ma capitalismo.
Avete programmi con la BB e tu oltre al tuo Libro?
David: da quasi sempre, quando nelle interviste ci fanno questa domanda, rispondiamo sempre uguale: “andare avanti”.
La redazione di TuttoStPauli, ed in particolare il direttore Massimo Finizio autore dell'intervista, vogliono ringraziare e abbracciare idealmente la banda per la chiacchierata concessa: figli della stessa rabbia.