Il rugby e la sua Storia
Come per i tanti giochi collettivi anche per il rugby storicamente dobbiamo tornare indietro nel periodo greco-romano per trovare elementi storici dove il rugby era già praticato. ll gioco che più si avvicina all'attuale rugby è l'harpastum, di origine spartana ma diffuso soprattutto in ambiente romano (il termine deriva dal greco harpastòn "palla da gioco", a sua volta derivato dal verbo harpàzo "rapire, strappare a forza").
Raccomandato dal medico greco Galeno come esercizio igienico, secondo lo scrittore latino Sidonio Apollinare (circa 400 dc) si giocava su un terreno rettangolare, dove lo scopo era quello di conquistare la palla nel corso di mischie affollate per portarla oltre la linea degli avversari. I giocatori avevano facoltà di passarsi la palla e ingannare gli avversari con alcune finte; era possibile fermare l'avversario in due modi: placcandolo oppure afferrandolo per qualsiasi parte del corpo, collo compreso. Appunto il rugby è di origine greco-Romana. Nel medioevo invece ancora Venezia e Firenze portavano avanti gli sport collettivi, dobbiamo aspettare invece gli inizi del 1800 dove iniziando a crearsi le associazioni sportive (1820 - link) dopo che il Padre Jahn Ludwig a Berlino aveva dettato le prime nozioni scritte per la pratica sportiva, nelle scuole ed università britanniche vengono mano a mano a sviluppare i giochi moderni. Nella scuola di rugby è il 1823 quando lo studente William Webb Ellis, anche questo fatto classico per gli studenti, crea il gioco del rugby ma è solo nel 1871 che la federazione descriverà il rugby come gioco alla mano distinguendolo dal gioco di dribbling che era il calcio. Questo aveva causato molte incomprensioni fino ad allora anche perché tutte le associazioni inglesi si chiamavano Football Association ovvero associazioni calcistiche e non rugby in quanto non ancora organizzato e definito.
La nostra penisola intanto si era addormentata come spesso le accade, dimenticando lo sport in generale. Solo agli inizi del '900, grazie ancora ad i nostri emigranti che erano nel nord Europa, ed ai tanti impresari di commercio che venivano dal nord si iniziò a tornare a praticare il gioco della palla ovale. Un certo signor Mariani di ritorno dalla Francia cercò di sviluppare il rugby a Milano presso il Milan Cricket & Football club (il Milan per intenderci), ma la storia ci insegna che il primo gruppo fu costituito a Torino, il Rugby club Torino mentre la prima partita di esibizione fu appunto giocata sempre nella capitale sabauda e garibaldina, tra il Servette di Ginevra (anche loro erano associazione) con il Racing di Parigi, mentre la prima partita ufficiale fu giocata sempre a Torino tra la Pro Vercelli (anche loro) ed il Rugby Club Torino.
Dobbiamo aspettare il 1° marzo 1928 il Coni, nominò Piero Mariani commissario straordinario decretando il 28 settembre 1928 la costituzione della Federazione Italiana Rugby (FIR). Alla federazione aderiscono alcune associazioni che ci pare doveroso ricordare: US Milanese, Rugby Club Piemonte sabaudo di Torino, Bologna sportiva, Vomero di Napoli, Rugby Club littorio di Padova, AS Roma, Forza e coraggio di Milano, Officine meccaniche di Milano, Rugby Club Padova, Sport Club Michelin di Torino, SS Lazio, Sport Club Italia di Milano, XV Legione Leonessa d'Italia di Brescia, Ambrosiana, Pro Vercelli ed altre. Possiamo riconoscere quindi dai nomi come fossero le associazioni sportive presenti sul territorio e polivalenti, questo portava partecipazione, pratica sportiva salute ed anche economia. Immediatamente viene organizzato il primo campionato dove partecipano 6 associazioni sportive e la vittoria va alla Associazione Sportiva Ambrosiana, ovvero l'Internazionale di Milano anch'essa associazione sportiva.
Il Rugby però a fatica si faceva conoscere ed apprezzare, negli anni '60 e '70 non aveva ancora una struttura, nel rugby non era prevista un'attività giovanile, gli atleti provenivano per lo più da altre discipline, in particolare l'atletica, e molti praticavano il rugby come secondo sport, come il lottatore Umberto Silvestri, lo schermitore Renzo Nostini, il nuotatore Carlo Pedersoli (link) e persino il dirigente sportivo Primo Nebiolo.
Gli anni '80 sono più effervescenti, il rugby entra nella Domenica Sportiva, sono tanti i riconoscimenti ed apprezzamenti, il Petrarca Padova, l´Aquila e Treviso, Rovigo portano in alto il rugby azzurro. Nella prima Coppa del Mondo, svoltasi congiuntamente in Australia e Nuova Zelanda nel 1987, l'Italia di Bollesan (che proveniva dal canottaggio) non entrò nei quarti di finale solo perché, a pari punti in classifica con le Figi e l'Argentina, segnò una meta in meno degli isolani. La crescita reale del rugby italiano, portò nel 1998 l'Italia ad entrare nell'IRB, poi a partire dal 2000, al Torneo Cinque nazioni.
Nel match di apertura del nuovo "6 Nazioni" allo stadio Olimpico di Roma l'Italia sconfisse per 34-20 la Scozia, campione uscente di quel Torneo, una vittoria storica. Il Rugby ormai era arrivato nel grande palcoscenico restandoci con alterne fortune; ma questo lo vedremo nel tempo, camminando e leggendo con noi e la nostra agenzia di stampa tuttostpauli.