Michael Dahms vuole segnare ancora contro l'Inter
Prima di tutto vogliamo ringraziare i nostri lettori, che dopo aver letto i nostri primi racconti hanno proposto "partecipando" alla scelta del giocatore "legendario" da interrogare: Michael Dahms infatti lo hanno richiesto vari nostri lettori: grazie a tutti!
Michael centrocampista di rottura nella terminologia degli anni 80/90 era anche un goleador, nelle sue oltre 256 partite che ha giocato con il Sankt Pauli segnò oltre gol molto importanti. Nativo di Lubecca (22.12.1956) ha iniziato nelle giovanili dei cugini innominabili, dato che aveva stoffa e ad appena 16 anni fece alcuni allenamenti in prima squadra quando nei cugini giocava uno di nome come K. Keagan: noi per rispetto non li nomineremo. Arrivò al Sankt Pauli nel 1982, diventando poi uno dei grandi giocatori che avrebbero scritto la storia di quel grande FC degli anni 80 (Golke, Damman e gli altri).
Dopo i tanti anni passati con la casacca dei Pirati oggi vive vicino ad Amburgo, finendo la sua bella carriera di centrocampista offensivo. Spesso si diverte con le leggende del Sankt Pauli e per anni è stato anche osservatore delle giovanili. Oggi assiste le sue 3 figlie che invece giocano ad alti livelli a pallamano: buon sangue non mente!
Cosa ti ricordi dei mitici anni '80 del Sankt Pauli? Gli spogliatoi: avevano un carattere particolare e la domenica, il giorno delle partite, entravi passando attraverso gli amici tifosi. Scendevi le scalette, ambiente non anni '80 ma anni 30 (ci facciamo una grande risata) poi per entrare in campo dovevamo riuscire tra gli spettatori per rientrare da un altro lato e passare ancora tra gli spettatori e poi in campo, una cosa fuori dal comune pazzesca e bellissima a ripensarci oggi.
Sì conosco le "catacombe", anche io mi sono preparato molte volte li e poi? Sì le famose catacombe (altra risata) che tempi, il Clubheim (la birreria dello stadio, ndr): facevamo le riunioni prepartita in mezzo ai tifosi. In nessuna squadra al mondo accade una cosa simile, ma familiare, atmosfera sempre leggiadra ed amichevole: non mi ricordo una volta una parola negativa, solo pacche sulla spalla e strette di mano. Con i tifosi dopo le partite tanta birra nel Clubheim affollato di fumo e di tantissima gente: una cosa incredibile, unica al mondo.
Sì, posso confermare unica come il Sankt Pauli, ma dimmi, ti ricordi magari un tuo gol, uno dei tanti tuoi, particolare che non puoi dimenticare?Sicuramente quello fatto contro l´Inter nel 1985 per il 75esimo anno della fondazione del Sankt Pauli. Noi non sapevamo bene quello che era successo pochi giorni prima ad Heysel, forse le due societá avrebbero potuto fare altro, non so, sapevamo solo che veniva Rummenigge e giocammo la partita. Io diedi il massimo, poi dalla destra un bel cross teso sul primo palo ed io infilai la difesa italiana di testa, secondo me il mio più bel gol della mia carriera. Prima e dopo della partita parlammo con i tedeschi, Hansi Mueller e Rummenigge che raccontavano le loro storie italiane, bellissime di come vivevano, come mangiavano, dell'atmosfera. E poi degli gli stadi, certo non come noi che avevamo solo un Clubheim ed anche piccolo, ma sicuramente a loro mancava l´'tmosfera familiare del nostro Sankt Pauli.
Parli di atmosfera familiare, perchè? Lo sai anche tu, che noi eravamo allora una squadra giovane, venivamo da 3 promozioni di fila, nessuno ci conosceva. Ovunque andavamo eravamo il piccolo Sankt Pauli mentre tutti aspettavano i grandi cugini (oggi ex grandi, ndr). Dappertutto però eravamo ben accolti. Questo è quello che mi resta nei ricordi, le tante belle partite contro le grandi squadre di quel periodo, certo, ma quella atmosfera era unica. La nostra trasferta nella DDR spettacolare, nessuno poteva andare dall'altra parte del muro: il Sankt Pauli invece fu invitato, chi sa perché... (ridiamo insieme). Tutti ci volevano bene.
Parli dei valori del Sankt Pauli. Tieni conto che noi avevamo il contatto umano allora, ieri la stampa non ci filava neanche se avessimo vinto una coppa o lo scudetto, allora eravamo il piccolo Sankt Pauli, ma noi avevamo la gente, i tifosi migliori del mondo. Nelle partite a volte le persone erano così vicine che le sentivi parlare con te, come se fossimo in clubheim: un contatto continuo, quasi personale ed unico. In nessuna parte del mondo succede questo, mancano il rispetto e la amicizia. V. Ippig, Golke, Zander, Ottens, Gronau, Trulsen e tanti altri hanno fatto la storia: siamo state solo persone, giocatori normali e soprattutto che hanno rappresentato quel periodo bellissimo del Sankt Pauli, Un bellissimo ricordo, bello bello.
Hai giocato anche la partita del centenario nel 2010: io ero a bordo campo, voi cosa ricordate di quel giorno? Forse la partita quel giorno importava poco, ci siamo incontrati dopo molto tempo e fu bellissimo poterci riabbracciare e giocare di nuovo insieme. Ricordo che dopo la partita quasi nessuno stava in piedi tanta era la gioia ...anche i festeggiamenti (forse la birra ma per questa occasione eravamo tutti con voi, ndr).
Per i tifosi italiani, dove vorresti giocare in futuro, magari con la squadra delle leggende in Italia, e cosa desideri dire a tutti i Sankt Pauliani della penisola? Beh, nel 1985 perdemmo 2-1 ed io vorrei avere la rivincita sicuramente: vinciamo noi questa volta (scherza e ridiamo insieme) e con un mio gol. A tutti gli italiani invece dico che tutti i club italiani dovrebbero conoscere meglio il nostro Sankt Pauli: capire i valori dello sport, copiare o portare la storia di questo bel club nel mondo ed in particolare in Italia. Il Sankt Pauli resta sempre un esempio anche nei tempi moderni, oggi soprattutto!
Grazie Michael, ci vediamo alla prossima partita in casa del Sankt Pauli: i giocatori come te segneranno sempre grandi gol!